GLI APPROFONDIMENTI DELLA TORRE DI BABELE

giovedì 27 marzo 2008

L'esercito degli scomparsi

Missing, scomparsi. Per sempre, il più delle volte. E se anche li ritrovano, loro non vogliono tornare. «È il caso di Luigi, lo chiamerò così. Un ragazzo sparito nel nulla un anno fa quando stava per laurearsi. I genitori non ne hanno saputo più niente da un giorno all'altro. Dopo la denuncia, si sono rivolti a noi. Il ragazzo è stato rintracciato poco tempo fa, si trova all'estero. Aveva mentito sugli studi. Non aveva dato gli esami, non stava per laurearsi, e non riusciva più a gestire la pressione delle sue menzogne. Il fratello prima, i genitori poi, sono riusciti a parlargli, ma lui ancora non vuole tornare indietro, non vuole incontrarli, si vergogna. Intende riscattarsi prima di ritornare in Italia». Elisa Pozza Tasca racconta una delle tante storie raccolte da Penelope, l'associazione di cui è presidente rivolta ai familiari delle persone scomparse. Sono molti quelli come Luigi. Nel 2007 in Italia 1.107 maggiorenni si sono allontanati da casa volontariamente o senza apparente motivo. Tre al giorno. Dei primi, resta almeno un biglietto, una lettera, una spiegazione abbozzata a un amico, al medico di famiglia, al collega d'ufficio. Degli altri, non rimangono che le ipotesi: troppi debiti, una situazione familiare infelice, il desiderio di fuggire, la voglia di vendicarsi. Anche Christopher McCandless, del resto, il giovane benestante protagonista del film Into the wild, dopo la laurea parte per l'Alaska facendo perdere ogni traccia non certo spinto dal desiderio di avventura: voleva punire i genitori delle bugie con cui l'avevano cresciuto, voleva vendicarsi. La sua storia, vera, raccontata al cinema da Sean Penn, riguarda quasi 160 mila americani che si eclissano senza nemmeno lasciare un post-it sul frigo. Ma riguarda pure gli italiani, dove in 33 anni, cioè dall'istituzione della Banca dati per le persone scomparse, sono stati registrati 25.567 assenti ingiustificati, di cui 9.357 minorenni. Corriere.it

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